Il Governo prepara la Legge di Bilancio 2026: tra le ipotesi più discusse la Quota 41, che consentirebbe il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Il sistema pensionistico italiano si fonda sul metodo contributivo, che lega lāimporto della prestazione ai contributi versati nel corso della carriera lavorativa. Ogni dipendente o autonomo ĆØ obbligato a versare quanto dovuto allāINPS, mentre alcune categorie professionali dispongono di casse previdenziali autonome.
La forma più comune di pensionamento resta quella di vecchiaia, ottenibile al compimento dei 67 anni di etĆ con almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, lāinvecchiamento della popolazione e lāaumento del numero dei pensionati rispetto ai lavoratori attivi spingono da tempo verso nuove riforme, per garantire la sostenibilitĆ del sistema.
Le novitĆ attese con la Legge di Bilancio 2026
Settembre 2025 rappresenta un passaggio cruciale per il tema delle pensioni. Entro il 27 del mese arriverĆ la nota di aggiornamento al DEF, documento che orienterĆ le decisioni da inserire nella prossima Legge di Bilancio. Sul tavolo ci sono possibili modifiche ai requisiti anagrafici e contributivi, con la revisione della cosiddetta Quota 103, che aveva introdotto forme di pensionamento anticipato ma con risultati meno efficaci delle attese.
Il Governo valuta la sostituzione di questa misura con una Quota 41 flessibile, che permetterebbe lāuscita dal lavoro a partire dai 62 anni, a condizione di aver maturato almeno 41 anni di contributi. La proposta, ancora in discussione, potrebbe rappresentare una svolta, ma comporta anche difficoltĆ di copertura finanziaria.
I possibili effetti della Quota 41 flessibile
Il nuovo schema prevede un taglio dellāassegno pensionistico pari al 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni previsti per la vecchiaia. Una penalizzazione che non verrebbe applicata a chi possiede un ISEE inferiore a 35.000 euro.
In realtĆ , più che di una misura totalmente nuova, si tratterebbe di unāestensione della Quota 41, finora riservata ai lavoratori precoci. Lāallargamento a una platea più ampia comporterebbe però un impatto significativo sulla spesa pubblica, stimato in circa 5 miliardi di euro annui. Per evitare squilibri, il Governo sta valutando criteri di accesso più restrittivi, cosƬ da garantire la sostenibilitĆ delle casse previdenziali. La discussione resta aperta e nei prossimi mesi si capirĆ se la Quota 41 flessibile entrerĆ davvero tra le misure della manovra.