Pensioni, la svolta possibile: cosa cambia davvero con la nuova Legge di Bilancio

Pensioni, la svolta possibile: cosa cambia davvero con la nuova Legge di Bilancio - borsaturismo.com

Lorenzo Fogli

Settembre 29, 2025

Il Governo prepara la Legge di Bilancio 2026: tra le ipotesi più discusse la Quota 41, che consentirebbe il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Il sistema pensionistico italiano si fonda sul metodo contributivo, che lega l’importo della prestazione ai contributi versati nel corso della carriera lavorativa. Ogni dipendente o autonomo ĆØ obbligato a versare quanto dovuto all’INPS, mentre alcune categorie professionali dispongono di casse previdenziali autonome.

La forma più comune di pensionamento resta quella di vecchiaia, ottenibile al compimento dei 67 anni di etĆ  con almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento del numero dei pensionati rispetto ai lavoratori attivi spingono da tempo verso nuove riforme, per garantire la sostenibilitĆ  del sistema.

Le novitĆ  attese con la Legge di Bilancio 2026

Settembre 2025 rappresenta un passaggio cruciale per il tema delle pensioni. Entro il 27 del mese arriverĆ  la nota di aggiornamento al DEF, documento che orienterĆ  le decisioni da inserire nella prossima Legge di Bilancio. Sul tavolo ci sono possibili modifiche ai requisiti anagrafici e contributivi, con la revisione della cosiddetta Quota 103, che aveva introdotto forme di pensionamento anticipato ma con risultati meno efficaci delle attese.

Il Governo valuta la sostituzione di questa misura con una Quota 41 flessibile, che permetterebbe l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni, a condizione di aver maturato almeno 41 anni di contributi. La proposta, ancora in discussione, potrebbe rappresentare una svolta, ma comporta anche difficoltĆ  di copertura finanziaria.

I possibili effetti della Quota 41 flessibile

Il nuovo schema prevede un taglio dell’assegno pensionistico pari al 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni previsti per la vecchiaia. Una penalizzazione che non verrebbe applicata a chi possiede un ISEE inferiore a 35.000 euro.

In realtĆ , più che di una misura totalmente nuova, si tratterebbe di un’estensione della Quota 41, finora riservata ai lavoratori precoci. L’allargamento a una platea più ampia comporterebbe però un impatto significativo sulla spesa pubblica, stimato in circa 5 miliardi di euro annui. Per evitare squilibri, il Governo sta valutando criteri di accesso più restrittivi, cosƬ da garantire la sostenibilitĆ  delle casse previdenziali. La discussione resta aperta e nei prossimi mesi si capirĆ  se la Quota 41 flessibile entrerĆ  davvero tra le misure della manovra.